Il cantastorie recidivo

Daniele Silvestri, per celebrare i suoi 30 anni di carriera, ha preparato questo spettacolo all’Auditorium di Roma. Daniele Silvestri+Auditorium=concerto. Questo ho pensato quando ho acquistato il biglietto e invece fin dall’ingresso in Sala Petrassi, basta guardare il palco per capire che è qualcosa di diverso: è allestito come una casa o, meglio, una stanza musicale di una casa, quella dove ha iniziato ad incontrarsi con i suoi amici e colleghi, per appunto cantare storie. Lo spettacolo è molta musica e immagini dove racconta la sua storia, attraverso le storie che ci ha raccontato con la musica. 

Da quando Create Book è stata invitata a partecipare al Festival del tempo, mi imbatto in considerazioni sulle storie di continuo, come quando dici con convinzione che non hai mai visto un’auto viola in vita tua e poi all’improvviso sfrecciano auto viola ovunque e anche il tuo vicino di casa ne acquista una! È certo che andare a vedere “il cantastorie recidivo” poteva far venire il sospetto che si trattasse di storie, ma la considerazione sul valore delle storie pari pari a quella del Festival del tempo, non me l’aspettavo. 

Noi siamo le nostre storie e le storie dei nostri genitori e dei nonni e dei genitori dei nostri nonni e così via. Mio nonno è andato in guerra e tutti abbiamo studiato la Seconda guerra mondiale, ma la storia della guerra vissuta da mio nonno, è proprio la sua, cucita addosso a lui, scritta a pedice, insignificante da sola per la Storia con la esse maiuscola, ma fondamentale per la mia storia. 

A rafforzare questo concetto Daniele Silvestri ha intervistato Andrea Satta, artista eclettico e creativo in ogni campo, anche in pediatria, suo mestiere ufficiale. Ha raccontato come la storia di suo padre, scampato a un campo di concentramento, sia stata indubbiamente fondamentale non solo per il padre, ma anche per lui, per le scelte di vita, di lavoro, di modalità di approccio alle relazioni, alla socialità, all’inclusione.  

Ognuno di noi ha la propria storia scritta addosso, fatta delle storie di chi ci ha permesso di iniziare a scrivere la nostra. E ognuno di noi parte da lì, con quel bagaglio, da quelle premesse, da quelle conoscenze, ma può decidere se continuare a scrivere quella stessa storia oppure se modificarla. 

Credo si sia capito che lo spettacolo mi ha colpito molto: veramente ben pensato, diretto, strutturato e realizzato, perché Daniele Silvestri è bravo, proprio bravo, non trovo altro modo per dirlo! 

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